Massimiliana Landini Aleotti è tra le donne più ricche d’Italia, e ha ereditato l’azienda dal defunto marito
Massimiliana Landini Aleotti nasce nel 1942 in Italia. Le notizie sulla sua vita sono scarse, in quanto non ha mai rilasciato un’intervista, non partecipa molto agli eventi pubblici e, anche in rete, le sue fotografie sono rare. Il suo patrimonio deriva dall’aver ereditato la casa farmaceutica Menarini, in seguito alla scomparsa di suo marito, Alberto Aleotti, avvenuta nel 2014. Alla sua morte, la Landini Aleotti diventa proprietaria dell’azienda, mentre i loro due figli, Lucia e Alberto Giovanni, assumono rispettivamente la carica di presidente e vice presidente del gruppo.
Secondo la rivista statunitense Forbes, nel 2017 la vedova Aleotti possiede un patrimonio personale di 7,9 miliardi di dollari. L’anno precedente, invece, il magazine le attribuisce un patrimonio di 10 miliardi di dollari. Allora, la famiglia Aleotti emana un comunicato per sottolineare che tale cifra è una valutazione teorica, senza smentirla né confermarla.
Nel 2018, Massimiliana Landini Aleotti è stata definita la donna più ricca d’Italia, anche a causa della discesa in classifica di Maria Franca Fissolo, del gruppo Ferrero, che da anni deteneva tale titolo.
L’azienda farmaceutica Menarini, produttrice del Vivin C
La A. Menarini Industrie Farmaceutiche Riunite S.r.l. nasce a Napoli, nel 1886, grazie ad Archimede Menarini. Nel 1915, l’attività si trasferisce a Firenze. Alberto Aleotti, marito di Massimiliana, cominciò a lavorare per la Menarini nel 1964. In quell’anno, l’allora proprietario, Mario Menarini, chiese all’uomo di assumerne la direzione generale.
Da allora, il gruppo comincia a espandersi in Spagna, America Centrale, Caraibi, Francia, India, Turchia, Argentina, Germania e Russia, ma anche in Italia, dove acquisisce numerose aziende e apre diversi laboratori. I farmaci Menarini, inizialmente specializzati nella ricerca e messa in vendita di nuove cure per il diabete, attualmente sono attivi anche nel settore della ricerca, produzione e commercializzazione di numerosi farmaci. Senza dubbio, il suo prodotto più noto è il Vivin C.
Negli anni ’90 Alberto Aleotti rileva la Menarini dai suoi proprietari, dopo essere riuscito a trasformare il gruppo nell’azienda numero uno in Italia nel settore farmaceutico. Nel 2011, l’uomo lascia le redini della compagnia nelle mani di sua figlia Lucia, che diventa presidentessa, e del figlio, Alberto Giovanni, che diventa vice presidente. Alla morte di Aleotti, avvenuta nel 2014, Massimiliana Landini Aleotti diventa proprietaria dell’azienda. A marzo 2018, la famiglia Aleotti Menarini ha nominato come amministratore delegato dell’azienda Eric Cornut.
Attraverso filiali dirette e distributori locali, la Menarini è presente in 136 Paesi e conta 17.000 dipendenti. Nel 2017, il fatturato dell’azienda ammonta a 3,6 miliardi di euro.
Menarini: attività sociali e controverse giudiziarie
L’azienda farmaceutica Menarini è attiva anche a livello sociale. In collaborazione con il Telefono Azzurro, la Società Italiana di Pediatria, la Federazione Italiana Medici e Pediatri e l’Associazione degli Ospedali Pediatrici Italiani, ha lanciato, l’11 maggio 2016, un progetto contro gli abusi sui bambini.
L’obiettivo è formare 1000 pediatri così che siano in grado di riconoscere i segnali di difficoltà inespressi dell’infanzia. Inoltre, l’azienda farmaceutica è altresì impegnata nel ripristino di alcune case popolari di proprietà del Comune di Firenze. Attualmente, gli alloggi ristrutturati sono 30 e la città li ha assegnati a nuclei famigliari di piccole e medie dimensioni. La Menarini firma il primo accordo di questo genere il 16 luglio 2013 con l’allora sindaco di Firenze, Matteo Renzi.
Negli anni, l’azienda è stata anche protagonista di alcune controverse giudiziarie, relative a taciti accordi, fondi non dichiarati, importazione illecita, riciclaggio ed altri. Anche i figli di Alberto Aleotti sono stati coinvolti in alcune indagini. Tuttavia, il 5 dicembre 2018, la Corte di appello di Firenze li ha assolti entrambi dalle accuse.
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